Riforma della Giustizia

La riforma dell Giustizia a colpi di Finanziarie e manovre economiche?

Anche nell’ultima manovra economica si è assistito all’ennesimo aumento dei contributi unificati dovuti per la proposizione di cause e procedimenti. In più rispetto al passato, si è sottoposta a tale tassazione anche alcune procedure di volontaria giurisdizione, come la procedura per la separazione personale dei coniugi e quella per l’annullamento del matrimonio, e le controversie in materia di lavoro e previdenziali.
Si è anche deciso che la mancata indicazione negli atti introduttivi di codice fiscale, telefax e pec del difensore saranno sanzionati con il pagamento di una somma pari alla metà del contributo unificato. Tale sanzione si applica anche quando l’omissione si verifica nella costituzione della parte civile in ambito penale.
Tranne quest’ultima previsione sanzionatoria, introdotta per “costringere” all’uso di tecniche e procedure telematiche e di comunicazione, si assiste all’ennesimo tentativo di risollevare le condizioni economiche del Pianeta Giustizia aumentando balzelli.
E quindi, di fatto, rendendo sempre più inaccessibile un essenziale servizio al cittadino
Fortunatamente sono state eliminate (ma solo all’ultimo momento) alcune norme che prevedevano la perenzione del giudizio di appello e in Cassazione, previa istanza della parte e nell’ipotesi in cui non si svolgevano attività giudiziaria da un certo periodo di tempo.
Ma veramente i nostri legislatori (la lettera minuscola è d’obbligo...) pensano che un settore fondamentale come quello della Giustizia possa essere riformato a colpi di manovre economiche?